Indagini geolettriche

Le indagini geoelettriche rappresentano una moderna metodologia d’indagine geofisica non invasiva e si basano sulla rilevazione di resistività elettrica delle varie tipologie di terreni investigati.
Sono utili per localizzare i punti critici per sondaggi esplorativi, evitando di perforare in aree poco significative. La prova viene effettuata posizionando sul terreno un gran numero di elettrodi connessi ad uno strumento chiamato Georesistivimetro, in grado di acquisire migliaia di misurazioni che, opportunamente processate mediante relativi software di elaborazione, permettono la ricostruzione del sottosuolo con un dettaglio inimmaginabile fino a poco tempo fa.

Il metodo geolettrico utilizzato è il sondaggio elettrico verticale (SEV). Tale metodo consiste nel determinare la resistività elettrica del terreno lungo una verticale. Questa tecnica permette di eseguire le misure in profondità posizionando quattro elettrodi (A-B di corrente e N-M di potenziale), in una linea d’indagine superficiale, disposti secondo una configurazione prestabilita. Lo stesso array viene eseguito più volte a distanze progressive e crescenti tra loro ripetendo la misura di resistività elettrica. L’intero stendimento viene allungato in funzione della profondità da investigare.

L’uso delle indagini geolettriche trova la sua utilità nelle seguenti discipline:

  • Monitoraggio ambientale (es. discariche, dispersione inquinanti a lungo termine, inquinamento del suolo, ecc.)
  • Idrogeologia (ricerca acqua, modellazione acquiferi, mappatura permeabilità, ecc.)
  • Archeologia (individuazione di manufatti)
  • Geotecnica (controllo edifici lesionati, superfici di scollamento in frane, ecc.)
  • Rilevamento cavità antropiche e naturali
  • Ricerca corpi sepolti, cisterne
  • Individuazione del piano di posa delle fondazioni
  • Caratterizzazione delle successioni alluvionali
  • Monitoraggio ingressione acqua marina nelle falde